Gli psicologi e i centri di recupero per drogati lo sanno bene: i figli sono le principali vittime del divorzio dei genitori. Ma dall’autunno 2016 arriva anche una sentenza del Tribunale civile di Roma che ha indicato con precisione i 3 comportamenti che una madre non può seguirecondannato una mamma divorziata a pagare una multa di 30 mila euro all’ex marito perché colpevole di parlar male del papà ad uno dei figli.
La sentenza riconosce le ragioni di quelle migliaia di papà che, nonostante l’affido condiviso dei figli deciso dalla coppia e dal giudice, devono combattere quotidianamente contro i pregiudizi negativi instillati nei figli da alcune ex mogli e madri con i quali i figli convivono.
Dopo anni di sentenze a senso unico, tutte in difesa dei figli con un occhio di riguardo alle mamme, la giustizia sembra aver avviato una correzione di rotta. La sentenza contro la denigrazione dei padri fa seguito, infatti, a quella della Cassazione che toglie l’assegno degli alimenti dell’ex coniuge alle madri che scelgono di convivere con un altro uomo.
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I comportamenti della mamma che diventano reato
Il caso era quello di una madre ex moglie con 3 figli dati in affido condiviso a tutti e due i genitori, che parlava continuamente male dell’ex papà al figlio generando in lui un sentimento di avversione al padre indipendente dalla condotta di quest’ultimo e motivato solo dal fatto di aver rotto il rapporto di coppia. Una situazione non rara tra le molte ex coppie italiane, se si tiene conto del continuo aumento di separazioni e divorzi in Itali: dal 2000 al 2014: + 82% per le separazioni e +91% i divorzi.
La novità sta nel fatto che il giudice ha ritenuto questo atteggiamento un reato e, in omaggio alla parità di genere, ha riconosciuto colpevole la mamma obbligandola a pagare una multa salata all’ex marito ma pur sempre papà.
Ma quali sono i comportamenti della madre che il Tribunale ha ravvisato come reati? Il Tribunale li descrive in 3 punti che sono anche una piccola guida di ciò che le mamme ex mogli non devono fare:
- I dialoghi – ” la mamma palesa la sua disapprovazione in termini screditanti nei confronti del marito”;
- Le azioni – “non pone in atto alcun provvedimento per riavvicinare il figlio al padre”.
- L’affido – ” la madre non può ritenersi esente da responsabilità perchè ostacola il funzionamento dell’affido condiviso tanto da aver indotto il figlio a disattendere il calendario degli incontri con il padre”.
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Le conseguenze sui figli e le regole da seguire
Quali siano le conseguenze sui figli lo spiega Maria Rita Parsi in un recente libro dal titolo “Quando lasciarsi bene è una risorsa anche per i figli”.
La psicopedagogista osserva che la conflittualità tra gli ex coniugi è in aumento ed il problema, quando due coniugi si lasciano e ci sono dei figli, è quel senso di colpa verso di loro ed il tentativo di portarli dalla loro parte screditando l’altro: si vuole indurre pietà e convincere che è l’altro che ha torto per ottenere il consenso dei figli”.
L’atteggiamento è deleterio perchè induce i figli a schierarsi provocando nella psicologia del minore un senso di colpa verso il genitore denigrato che accresce nei figli lo smarrimento e la paura che si determina già quando la coppia si divide.
Le regole dunque da seguire secondo Parsi sono almeno 4:
- coinvolgimento – non coinvolgere in alcun modo i figli nelle diatribe personali;
- racconti – non raccontare ai figli fatti che riguardano solo la coppia;
- strumentalizzazioni – non strumentalizzare gli amici e le famiglie di origine;
- storia di coppia – mai rinnegare la storia di coppia che si è avuta perchè comunque fa parte della vita vissuta, e farlo significherebbe rinnegare anche i figli nati dal quella storia
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